Anche questo testo, come altri in precedenza, ha subito l'intervento della Redazione che ha cancellato tutti i commenti per numerose violazioni del regolamento. Non è un testo che possa accendere controversie tali da giustificare la decisione redazionale, ma la nota infondo pagina mi ricorda la presenza del grande ballista che imperversò impunito per lungo tempo fra le pagine di Alidicarta, ed è a lui che devo imputare la causa della cancellazione, con grave torto agli autori che hanno commentato il testo senza partecipare alle sue beghe.
Quando incontrò se stesso a una fermata dell'autobus, si riconobbe immediatamente provando solo un blando stupore. Sapeva che, sebbene rari, avvenimenti del genere erano possibili. Dato che non erano mai stati presentati, ritenne opportuno far finta di non riconoscersi.
Lo incontrò una seconda volta in una strada affollata, e una terza davanti a un negozio di abbigliamento maschile. Questa volta si scambiarono un breve cenno di saluto senza rivolgersi la parola.
Ogni volta che incontrava se stesso esaminava con cura il suo aspetto: elegante con un portamento dignitoso, gravato da un'aria vagamente triste, o almeno pensoso, che non riusciva a capire. Fu solo al quinto incontro che si salutarono con un sommesso “ buongiorno”, e anzi, gli sorrise e si accorse, così gli parve, che se stesso non rispondesse al sorriso.
La sesta volta, all'uscita da un cinema, il caso volle che la folla li sospinse uno verso l'altro. Se stesso lo salutò garbatamente e fece alcune osservazioni sul film appena visto che gli parvero molto pertinenti, gli rispose lodando l'interpretazione degli attori, ricevendo la sua approvazione.
Gli incontri divennero frequenti e da ciò ne dedusse che se stesso abitava in un quartiere poco distante e che avevano abitudini molto simili, di questo non c'era da stupirsi, ma era sempre più convinto che se stesso avesse un'aria eccessivamente malinconica.
Una giorno osò rivolgergli la parola, esordendo con un “Amico mio”; la conversazione, dai toni affabili e cortesi, mise in risalto la poca propensione di se stesso a gioire e a sorridere, ciò lo indusse a chiedergli se non avesse qualche dispiacere o qualche cruccio a cui egli non partecipava, sebbene la cosa gli sembrasse anormale. Dopo una breve pausa, gli confessò di essersi perdutamente innamorato di una donna, con la quale ebbe una relazione durata qualche mese, così intensa e coinvolgente che gli sembrò di avere finalmente raggiunto lo scopo della sua vita. Quando tutto sembrava avviarsi verso una felice conclusione, senza alcun preavviso, la donna cessò ogni rapporto con lui e risultò irrintracciabile.
Immensa fu la delusione, non seppe mai capacitarsi essere stato abbandonato senza un motivo apparente, il suo amore si tramutò in odio verso una donna indegna delle sue attenzioni e lo stato depressivo che ne conseguì è causa della penosa, intollerabile, situazione in cui vive.
Fu sconvolto dalle rivelazioni di se stesso, lui non era innamorato di alcuna donna e rabbrividì al pensiero che si fosse creata una scissione così grande, così profonda, da risultare insormontabile. Tentò di dissuadere se stesso cercando di convincerlo a una visione più positiva della vita, a guardare il futuro come possibile portatore di un nuovo amore, scontrandosi con un diniego perentorio nel quale negava la possibilità di volere ancora amare qualcuno.
Da quel giorno, in perfetta simbiosi con la cupa malinconia di se stesso, è entrato in profonda depressione Passa con lui gran parte del suo tempo, e chi li incontra vede due distinti signori, avvolti in un alone di mestizia, in continuo e sommesso parlottare, ed è uno che talvolta assente, talora l'altro nega.
Pubblico riconoscimento
Un vero peccato. Non riuscirò mai a vincere la gara fra ballisti, troppo netta la superiorità dell'avversario.
Sarò in prima fila ad applaudire quando gli verrà assegnato il prestigioso "Minchione d'Oro"
Incontro con se stesso testo di Zodiac